Talent Acquisition: molto più che selezionare CV

Nel cuore delle aziende più innovative c’è una nuova consapevolezza: il vero vantaggio competitivo non sono le tecnologie o i capitali, ma le persone. In questo scenario, il concetto di Talent Acquisition si distingue nettamente dalla semplice "selezione del personale".
Non si tratta solo di coprire una posizione, ma di attrarre, riconoscere e coltivare quei talenti unici che possono portare valore autentico e duraturo.

 

 

INDICE:

  1. Cosa significa davvero Talent Acquisition?
  2. Dal talento sulla carta al talento nel DNA
  3. Talent Acquisition vs Talent Management: due anime della stessa strategia
  4. Il giusto match: più che reclutare, creare sinergie

Cosa significa davvero Talent Acquisition?

La Talent Acquisition è una strategia olistica e continuativa che va ben oltre il momento della ricerca attiva di candidati.
Coinvolge:
  • Employer Branding: costruire e comunicare una cultura aziendale attrattiva.
  • Candidate Experience: offrire un’esperienza di selezione chiara, umana e stimolante.
  • Talent Pooling: creare e nutrire una rete di talenti anche quando non ci sono posizioni aperte.
  • People Analytics: usare i dati per comprendere e anticipare i bisogni del capitale umano.

 

Dal talento sulla carta al talento nel DNA

Uno dei più grandi errori che si fanno nel processo di selezione è confondere le competenze tecniche (hard skills)  con il vero talento (soft skills).
Il talento non è solo “saper fare”, ma è soprattutto “come si fa” qualcosa in modo naturale, fluido, efficace. I talenti comportamentali, come l'empatia, il pensiero strategico, la comunicazione efficace o il problem solving, sono spesso quelli che determinano il successo reale e sostenibile di una persona in un ruolo.
 i talenti sono innati ma vanno riconosciuti, allenati e messi in campo nel giusto contesto. Ecco perché il processo di Talent Acquisition deve includere strumenti e approcci che vadano in profondità nella conoscenza dell’individuo, oltre il semplice CV.

 

Un investimento sul futuro
A differenza del recruiting reattivo, la Talent Acquisition è un processo strategico e proattivo, che prepara oggi le persone giuste per le sfide di domani. È una forma di leadership invisibile, che crea ecosistemi lavorativi in cui i talenti sbocciano, le persone si sentono riconosciute e le aziende prosperano.
Talent Acquisition non è un semplice processo di assunzione. È una filosofia, una visione strategica di lungo termine, che si occupa di costruire un ecosistema aziendale capace di attrarre, riconoscere, coinvolgere e far crescere i talenti giusti. È un ponte tra la cultura aziendale e il potenziale umano, tra la visione futura dell’azienda e le persone che la realizzeranno.
A differenza del classico recruiting, che si concentra sulla ricerca immediata per coprire una posizione vacante, la Talent Acquisition guarda oltre: si basa sull’analisi delle competenze comportamentali, dei valori, della motivazione intrinseca e della compatibilità culturale, con un obiettivo ben preciso: creare team vincenti, in equilibrio e sostenibili nel tempo.

 

Esempio 1 – L’azienda tech che cerca innovazione
Una startup tecnologica vuole espandere il proprio reparto di sviluppo e assume due ingegneri brillanti: uno con un forte talento per l’analisi e la precisione, l’altro con un talento per la creatività e la risoluzione di problemi complessi.
Singolarmente sono eccezionali, ma grazie a un’analisi con Talentoday si scopre che i due talenti sono complementari e potenzialmente sinergici, ma con uno stile comunicativo molto diverso. Attraverso un percorso mirato di team coaching e consapevolezza delle rispettive modalità operative, il team viene accompagnato verso una integrazione armoniosa, riuscendo a sviluppare in tempi record un prodotto innovativo che mette insieme rigore tecnico e visione strategica.

 

Esempio 2 – L’azienda retail che vuole migliorare la customer experience
Una grande catena retail si rende conto che i suoi team nei punti vendita hanno performance molto diverse tra loro. Dopo un’analisi con strumenti di Talent Acquisition avanzati, emerge che i team più efficaci hanno una distribuzione bilanciata di talenti in aree come empatia, comunicazione, resilienza allo stress e proattività.
L’azienda decide di non cercare più semplicemente "venditori con esperienza", ma di costruire team dove i talenti relazionali siano mappati e messi a sistema. Il risultato? Customer experience migliorata, aumento della fidelizzazione dei clienti e maggiore soddisfazione interna del personale.

 

Talent Acquisition vs Talent Management: due anime della stessa strategia

Molti tendono a confondere Talent Acquisition con Talent Management, ma sono due concetti distinti – seppur profondamente interconnessi – che rappresentano due fasi cruciali del ciclo di vita del talento in azienda.
Talent Acquisition: attrarre, selezionare e inserire
Come abbiamo visto, la Talent Acquisition riguarda tutto ciò che accade prima e durante l’ingresso in azienda. Include:
  • Analisi dei bisogni attuali e futuri dell’organizzazione
  • Branding aziendale e reputazione come datore di lavoro
  • Creazione di un pool di talenti (Talent Pooling)
  • Processo di selezione basato su valori, competenze soft e matching culturale
  • Inserimento (onboarding) efficace e personalizzato

 

È la fase in cui l’organizzazione si apre all’esterno per cercare, attrarre e scegliere i profili giusti, investendo risorse nel trovare persone che non solo abbiano le competenze tecniche, ma che siano in linea con la visione e i valori dell’azienda.

 

Talent Management: sviluppare, motivare, trattenere
Una volta inseriti, i talenti devono essere valorizzati, accompagnati e motivati. Qui entra in gioco il Talent Management, che si occupa di:
  • Formazione e sviluppo continuo
  • Piani di carriera personalizzati
  • Mappatura delle competenze e dei gap
  • Engagement e motivazione
  • Sistemi premianti e riconoscimento
  • Retention dei migliori talenti
È la fase in cui l’organizzazione coltiva ciò che ha seminato, creando percorsi di crescita e coinvolgimento che mantengano alta la motivazione e riducano il turnover.

 

Due lati della stessa medaglia
Pensare alla Talent Acquisition senza il Talent Management è come costruire una casa senza fondamenta. Allo stesso modo, gestire talenti interni senza una strategia d’ingresso ben fatta, rischia di creare squilibri, turnover e inefficienze.
Le organizzazioni più evolute sono quelle che tracciano un percorso coerente e integrato, in cui la persona viene messa al centro, dal primo contatto fino alla sua piena realizzazione in azienda.

 

Il giusto match: più che reclutare, creare sinergie

 

Non basta trovare una persona talentuosa. Se non è collocata nel giusto ambiente, se non può esprimersi o se è isolata da un ecosistema che valorizza e integra le diversità, rischia di diventare un potenziale sprecato.
Un talento fuori contesto non porta valore, può persino diventare disfunzionale. Il vero successo nella Talent Acquisition è costruire team complementari, dove i talenti si potenziano a vicenda e le soft skills si incastrano in un equilibrio dinamico.
Per facilitare questo processo, strumenti come TalentoBe si rivelano preziosi. Questo strumento consente di mappare i talenti comportamentali, identificare compatibilità tra i membri del team e creare combinazioni che generano armonia, efficacia e innovazione. È come avere una bussola che guida non solo nella scelta del singolo, ma nella costruzione del gruppo.

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Come trovare (e valorizzare) i talenti all’interno della propria azienda

Negli ultimi anni, uno dei temi più caldi nel mondo del lavoro italiano è la crescente difficoltà nel reperire personale qualificato. Un problema che ha radici demografiche profonde: in Italia si fanno sempre meno figli. Secondo i dati ISTAT, nel 2023 le nascite sono scese sotto le 380.000 unità, segnando un nuovo minimo storico. Ciò significa che nei prossimi anni ci saranno sempre meno giovani a disposizione del mercato del lavoro.

Il risultato? Meno candidati, più competizione tra le aziende per accaparrarsi le persone migliori. E spesso, la vera sfida non è solo attrarre nuovi talenti, ma non lasciarsi sfuggire quelli che già lavorano in azienda.

Indice

  1. Il talento è già con te
  2. Conclusione: il talento va coltivato

Il talento è già con te

Troppe aziende si concentrano solo sulla ricerca all’esterno, trascurando il potenziale interno. In realtà, molti talenti si trovano già dentro l’organizzazione, spesso nascosti, demotivati o non ascoltati. Il vero lavoro strategico oggi consiste nel creare un ambiente favorevole in cui ogni persona possa esprimere le proprie potenzialità. Un clima aziendale che stimoli la crescita, la partecipazione e l’espressione dei punti di forza.

Un talento non è solo chi ha competenze tecniche elevate: è chi porta valore, idee, energia, capacità di risolvere problemi e di ispirare gli altri. Ma perché questo emerga, serve una cultura aziendale capace di osservare, riconoscere e valorizzare.

Il ruolo dei tool per l’analisi del personale

Per affrontare questa sfida in modo concreto, la tecnologia oggi offre soluzioni potenti. Tra queste, TalentoBe Manager si distingue per efficacia e visione.

Questa piattaforma consente di:

  • Analizzare le competenze e i talenti interni all’azienda con strumenti basati su dati reali
  • Ottimizzare il processo decisionale nella gestione delle risorse umane
  • Migliorare l’esperienza dei dipendenti e la loro soddisfazione
  • Aumentare le prestazioni complessive dell’organizzazione attraverso una visione chiara delle potenzialità disponibili

Investire su strumenti come TalentoBe Manager significa prendersi cura delle persone, ma anche fare scelte strategiche più intelligenti per il futuro della propria azienda.

Conclusione: il talento va coltivato

In un’Italia che invecchia e con un mercato del lavoro sempre più competitivo, le aziende che sapranno trattenere e sviluppare i propri talenti avranno un vantaggio competitivo duraturo.
Non si tratta solo di HR: è una scelta di visione, di leadership e di futuro.

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Employee Attrition

Employee Attrition: Quando risparmiare costa troppo

Ovvero: quanto può costare perdere un dipendente chiave?

Immagina un’azienda che funziona alla perfezione. Clienti soddisfatti, processi efficienti, un team affiatato e un business in crescita. Poi, all’improvviso, una decisione sbagliata e tutto cambia. Non è fantascienza: succede più spesso di quanto si creda.

Quando un dipendente lascia un’azienda, il suo posto viene rimpiazzato e il lavoro continua… giusto? Non proprio. Il turnover ha un costo reale e spesso sottovalutato, che va ben oltre il semplice stipendio del sostituto.

Employee Attrition

 

 Cos’è l’Employee Attrition e perché è cruciale per le aziende?

L’employee attrition si riferisce al tasso con cui i dipendenti lasciano un’azienda senza essere immediatamente sostituiti. Può avvenire per diversi motivi: dimissioni volontarie, pensionamenti, ristrutturazioni o insoddisfazione lavorativa.

Le aziende tendono a considerare solo il costo immediato di sostituzione, ma il vero impatto è molto più profondo. Vediamo alcuni numeri:

🔹 Costo di sostituzione: può variare dal 50% al 200% dello stipendio annuo del dipendente perso (Society for Human Resource Management).

🔹 Tempo di produttività persa: un nuovo assunto può impiegare 6-12 mesi per raggiungere la piena efficienza.

🔹 Effetto sul morale del team: il turnover crea instabilità e può spingere altri dipendenti a cercare nuove opportunità.

🔹 Impatto sulla soddisfazione dei clienti: se chi lascia era un punto di riferimento, la qualità del servizio cala e i clienti iniziano a guardarsi intorno.

🔹 Costi indiretti: perdita di conoscenza aziendale, formazione di nuovi assunti, calo della produttività e possibili errori operativi.

Ora, vediamo cosa succede quando un’azienda ignora questi fattori e prende decisioni solo in base ai numeri immediati.

Esempio di Employee Attrition: Storia di un disastro annunciato (storia vera)

C’era una volta un’azienda con un fatturato di 10 milioni di euro. Funzionava alla perfezione grazie a due figure chiave:

✔️ Un customer service impeccabile, che gestiva i clienti con precisione.
✔️ Un responsabile di produzione esperto, che garantiva qualità e consegne puntuali.

L’azienda cresceva e tutto andava bene… fino a quando questi due dipendenti chiedono un aumento.

La direzione fa due conti e decide che è troppo costoso.

🚨 Errore fatale.

I due, consapevoli del proprio valore, trovano presto nuove opportunità e se ne vanno.

L’azienda li rimpiazza con colleghi meno esperti, con stipendi più bassi. Ma il risultato?

📉 Ecco cosa succede nei mesi successivi:
❌ I problemi si accumulano.
❌ I tempi di consegna si allungano.
❌ La qualità del servizio cala.
❌ I clienti iniziano a guardarsi intorno.
❌ Il fatturato scende da 10 milioni a 9 milioni.

Morale della storia? Per risparmiare 20.000€ in stipendi, l’azienda ha perso 1 milione di euro.

🎯 Il vero investimento: trattenere i talenti
💡 Valorizzare chi fa la differenza non è un costo, è un investimento.
💡 Il mercato è cambiato: chi è bravo sa di esserlo, e non resterà in un’azienda che non lo riconosce.
💡 La lungimiranza paga: pensare solo al budget immediato può costare molto di più a lungo termine.

💡 Valutare le soft skill dei propri dipendenti

👉 La prossima volta che un dipendente chiave chiede un aumento, pensateci bene. Il vero costo non è pagarlo di più… ma perderlo.

 

 


competenza trasversale

Competenze Trasversali: Cosa Sono e Come Monitorarle con il Software Giusto

Nel panorama professionale attuale, caratterizzato da cambiamenti continui e una crescente automazione, le competenze trasversali (o soft skills) rappresentano un elemento chiave per il successo personale e aziendale.
Ma cosa sono esattamente le competenze trasversali e perché sono così importanti? In questo articolo esploreremo il concetto di competenze trasversali, le loro categorie principali, il loro impatto sulla carriera e come svilupparle per migliorare le proprie performance professionali.

competenza trasversale

Cosa Sono le Competenze Trasversali?

Le competenze trasversali sono un insieme di abilità personali, relazionali e metodologiche che influenzano il modo in cui una persona lavora, comunica e affronta le sfide quotidiane. A differenza delle competenze tecniche (hard skills), che sono specifiche di un mestiere o di un settore, le competenze trasversali possono essere applicate in qualsiasi ambito lavorativo e sono essenziali per l’efficacia professionale. Ad esempio, mentre un programmatore ha bisogno di conoscere i linguaggi di programmazione (hard skill), la sua capacità di lavorare in team, di risolvere problemi e di comunicare con colleghi e clienti sono competenze trasversali fondamentali per il successo nel suo ruolo.

Perché Sono Così Importanti?

Le competenze trasversali sono fondamentali per diversi motivi:

  • Adattabilità e resilienza – In un mercato del lavoro in continua evoluzione, la capacità di adattarsi ai cambiamenti è essenziale.
  • Collaborazione e leadership – Le aziende cercano persone in grado di lavorare efficacemente in team e, all’occorrenza, di assumere ruoli di leadership.
  • Crescita professionale – Chi possiede ottime competenze trasversali ha maggiori possibilità di ottenere promozioni e avanzamenti di carriera.
  • Automazione e intelligenza artificiale – Con l’aumento della digitalizzazione, le competenze tecniche possono diventare obsolete, mentre le competenze umane, come la creatività e l’intelligenza emotiva, rimangono sempre rilevanti.

Le Principali Competenze Trasversali

Le competenze trasversali si suddividono in diverse categorie, tra cui:

  • Competenze relazionali
    Le abilità che permettono di comunicare e collaborare efficacemente con gli altri, tra cui: Comunicazione efficace: saper esprimere idee in modo chiaro e persuasivo. Lavoro di squadra: capacità di collaborare con colleghi e clienti. Empatia: comprendere le emozioni e i bisogni degli altri. Gestione dei conflitti: affrontare e risolvere divergenze in modo costruttivo.
  • Competenze cognitive e di problem solving
    Le abilità che permettono di analizzare situazioni complesse e trovare soluzioni innovative, tra cui: Pensiero critico: valutare informazioni in modo obiettivo per prendere decisioni informate. Creatività: proporre idee innovative per risolvere problemi. Capacità di apprendimento: adattarsi rapidamente a nuove informazioni e metodologie. Gestione del tempo: organizzare il lavoro in modo efficace.
  • Competenze di leadership e autonomia
    Le abilità che permettono di gestire se stessi e guidare gli altri, tra cui: Autonomia: lavorare senza supervisione costante. Gestione dello stress: mantenere la calma e la produttività sotto pressione. Capacità decisionale: prendere decisioni rapide ed efficaci. Leadership: motivare e guidare un team verso il raggiungimento di obiettivi.

Come Sviluppare le Competenze Trasversali?

Il miglioramento delle competenze trasversali è un processo continuo che richiede pratica e consapevolezza.
Ecco alcune strategie per potenziarle:

  • Autovalutazione – Identifica le aree di miglioramento attraverso feedback di colleghi e superiori.
  • Formazione e corsi – Segui corsi di sviluppo personale, comunicazione e leadership.
  • Esperienze pratiche – Partecipa a progetti di team, attività di volontariato o situazioni che stimolano il problem solving.
  • Mentorship e networking – Confrontati con professionisti esperti per imparare da chi ha più esperienza.
  • Lettura e aggiornamento continuo – Libri, podcast e articoli possono offrire spunti utili per il miglioramento delle competenze trasversali.

Perché Talentobe è uno dei Miglior Software in Italia per Monitorare le Competenze Trasversali?

  1. Approccio scientifico e personalizzato
    Talentobe utilizza algoritmi avanzati e metodologie scientifiche per valutare le competenze trasversali in modo preciso. Non si limita a test generici, ma offre un’analisi dettagliata basata su dati oggettivi, rendendolo perfetto per aziende e professionisti che vogliono capire i propri punti di forza e aree di miglioramento.
  2. Valutazione e monitoraggio continuo
    A differenza di altri strumenti che offrono solo una valutazione una tantum, Talentobe permette di monitorare l’evoluzione delle competenze nel tempo.
    Questo è fondamentale per:
    -Aziende che vogliono tracciare la crescita dei dipendenti.
    -Professionisti che desiderano migliorare costantemente le proprie soft skills.
  3. Focus sulle competenze più richieste dal mercato
    Talentobe non si limita a misurare generiche competenze trasversali, ma si concentra su quelle più ricercate dalle aziende in Italia e a livello internazionale, come: Comunicazione efficace Leadership Problem solving Teamwork Adattabilità Intelligenza emotiva
  4. Strumento ideale per aziende e HR
    Talentobe è progettato per aiutare le risorse umane (HR) a identificare il talento giusto e a sviluppare i dipendenti.
    È un software ideale per:
    -Selezione del personale – Aiuta a trovare i candidati con le soft skills più adatte a un determinato ruolo.
    -Sviluppo e formazione interna – Permette di creare percorsi personalizzati di crescita professionale.
    -Engagement e retention – Aumenta la motivazione dei dipendenti attraverso feedback strutturati e piani di miglioramento.
  5. Interfaccia user-friendly e accessibile ovunque
    Uno dei punti di forza di Talentobe è la sua piattaforma intuitiva e facile da usare. È accessibile sia da desktop che da dispositivi mobili, permettendo a chiunque di effettuare valutazioni in modo semplice e veloce. Conclusione: Talentobe è il Futuro della Valutazione delle Soft Skills Se sei un’azienda che vuole investire sulle competenze trasversali o un professionista che desidera migliorare,
  6. Talentobe è il software ideale. Grazie alla sua precisione scientifica, monitoraggio continuo e focus sulle esigenze di mercato, si distingue come la soluzione più avanzata in Italia per valutare e sviluppare il talento umano.

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soft skills

Soft Skills

Nel mondo del lavoro di oggi, caratterizzato da rapidi cambiamenti e crescente automazione, le soft skills stanno acquisendo un'importanza sempre maggiore. Se le competenze tecniche (hard skills) rimangono essenziali per svolgere un determinato lavoro, le soft skills rappresentano il vero valore aggiunto che distingue un professionista di successo.
Ma cosa sono esattamente le soft skills? Perché sono così importanti? E come possiamo svilupparle?

In questo articolo esploreremo in dettaglio il mondo delle soft skills, analizzando la loro definizione, la loro rilevanza nel contesto lavorativo e i modi migliori per potenziarle.

soft skills

Cosa Sono le Soft Skills?

Le soft skills, o competenze trasversali, sono un insieme di abilità personali, sociali ed emotive che influenzano il modo in cui interagiamo con gli altri e affrontiamo le sfide lavorative. A differenza delle hard skills, che sono misurabili e specifiche di una professione (come la programmazione, la contabilità o la conoscenza di una lingua straniera), le soft skills riguardano il modo in cui lavoriamo e comunichiamo.

Caratteristiche delle Soft Skills

  • Trasversali: possono essere applicate in qualsiasi settore o ruolo lavorativo.
  • Difficili da misurare: non esistono certificazioni ufficiali per le soft skills, ma possono essere valutate attraverso osservazione e feedback.
  • Fondamentali per la crescita professionale: spesso determinano la capacità di un individuo di lavorare in team, adattarsi ai cambiamenti e gestire situazioni complesse.

Perché le Soft Skills Sono Così Importanti?

Le soft skills stanno diventando sempre più richieste dai datori di lavoro. Secondo studi recenti, l’85% del successo professionale dipende dalle soft skills, mentre solo il 15% è attribuibile alle competenze tecniche.

I Benefici delle Soft Skills nel Mondo del Lavoro

  • Migliorano la comunicazione: permettono di esprimersi in modo chiaro ed efficace.
  • Facilitano il lavoro di squadra: sono essenziali per collaborare e costruire relazioni di fiducia.
  • Favoriscono l’adattabilità: aiutano a gestire il cambiamento e a risolvere problemi in modo creativo.
  • Aumentano la leadership: un buon leader deve saper ispirare, motivare e guidare il proprio team.
  • Rendono più occupabili: chi possiede soft skills sviluppate ha maggiori possibilità di essere assunto e promosso.

In un'epoca in cui l'intelligenza artificiale e l'automazione stanno rivoluzionando il lavoro, le soft skills rappresentano una risorsa che le macchine non possono replicare facilmente

Le Soft Skills Più Importanti nel Lavoro

Esistono diverse tipologie di soft skills, ma alcune sono particolarmente ricercate dai datori di lavoro.

Ecco le più importanti:

  1. Competenze Relazionali
    Comunicazione efficace → 
    Essere in grado di esprimersi con chiarezza e ascoltare attivamente.
    Empatia → Comprendere e gestire le emozioni proprie e altrui.
    Lavoro di squadra → Collaborare in modo produttivo con colleghi e superiori.
    Negoziazione e persuasione → Saper influenzare positivamente gli altri e risolvere conflitti.
  2. Competenze Personali
    Gestione dello stress → Mantenere il controllo sotto pressione.
    Autonomia → Saper prendere iniziative senza bisogno di continua supervisione.
    Resilienza → Affrontare le difficoltà con determinazione e spirito di adattamento.
  3. Competenze Cognitive e di Problem Solving
    Pensiero critico → Analizzare situazioni e prendere decisioni ponderate.
    Creatività e innovazione → Proporre soluzioni nuove e originali.
    Capacità di adattamento → Essere flessibili di fronte ai cambiamenti.
  4. Leadership e Gestione del Tempo
    Gestione del tempo → Organizzare le attività in modo efficiente.
    Capacità di delega → Assegnare compiti in modo strategico.
    Leadership → Ispirare e guidare un team con visione e carisma.

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Come Sviluppare le Soft Skills?

Le soft skills non sono innate: possono essere allenate e sviluppate con il giusto approccio.

Strategie per Migliorare le Proprie Soft Skills

  • Formazione e corsi → Partecipare a workshop su comunicazione, leadership e problem solving.
  • Esperienze pratiche → Mettersi alla prova in situazioni reali, come lavori di gruppo o progetti extra-lavorativi.
  • Letture e approfondimenti → Libri su intelligenza emotiva, negoziazione e gestione dello stress possono essere utili.
  • Feedback e autoanalisi → Chiedere opinioni a colleghi e superiori per capire i propri punti di forza e di miglioramento.
  • Tecniche di mindfulness e gestione emotiva → Aiutano a sviluppare consapevolezza e intelligenza emotiva.

Un metodo efficace per migliorare le soft skills è anche il coaching, che permette di ricevere un supporto personalizzato per lavorare sulle proprie aree di sviluppo.

Soft Skills e Hard Skills: Il Perfetto Equilibrio

Le soft skills e le hard skills non sono in contrapposizione, ma si completano a vicenda. Ad esempio, un programmatore può essere tecnicamente eccellente, ma senza capacità di comunicazione e problem solving farà fatica a lavorare in team e a gestire le richieste dei clienti.

Come Bilanciare Soft e Hard Skills?

  •  Acquisire competenze tecniche è essenziale per entrare nel mondo del lavoro.
  • Sviluppare le soft skills permette di fare carriera e di distinguersi.
  • Integrare entrambe le competenze è la chiave per diventare un professionista completo.

Talentobe

Le soft skills non sono solo un valore aggiunto per il singolo individuo, ma rappresentano una leva strategica per il successo di un'intera azienda. Comprendere le competenze trasversali e i talenti di ogni dipendente permette di creare team più affiatati, migliorare la comunicazione e ottimizzare il processo decisionale.
Un’azienda che conosce il potenziale delle proprie persone è in grado di assumere in modo più efficace, valorizzare i talenti interni e prevedere il successo sul posto di lavoro.

Per questo è fondamentale adottare strumenti in grado di fornire una visione chiara e scientifica delle soft skills dei propri collaboratori.

  • Conosci le tue persone. Assumi in maniera più efficace.
  • Talentobe è la soluzione ideale per integrare le people analytics nei processi aziendali. Grazie alla nostra tecnologia basata sulla scienza, analizziamo e prevediamo il comportamento, la motivazione e il successo lavorativo, aiutandoti a prendere decisioni più consapevoli in ogni fase del ciclo di vita del lavoro.
  • Investire nella conoscenza delle soft skills significa costruire team più forti e aziende più competitive.

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turnover azienda

Turnover Aziendali : 4 Consigli per ridurre la Retention

Assumere un nuovo dipendente richiede molto lavoro. Basta pensare a tutto il tempo e l’impegno necessari per scrivere descrizioni di lavoro, cercare candidati, organizzare colloqui e prendere decisioni difficili! Alla fine di tutto questo processo, tutti i coinvolti dovrebbero avere un motivo per festeggiare.
Purtroppo, alti tassi di turnover possono offuscare i piani ambiziosi di qualsiasi organizzazione per il futuro. Invece di concentrarsi sulla crescita organizzativa e sulle carriere individuali, i team HR e i manager si trovano a dover correre per colmare le lacune, spingendo i dipendenti a fare di più con meno risorse.

Infatti, i dipendenti stanno avvertendo questa pressione. Secondo un recente sondaggio presentato da HR Dive, il 62% dei lavoratori sente una pressione extra per fare di più sul lavoro, portando il 33% a notare un calo significativo della felicità sul posto di lavoro. Questi sentimenti negativi hanno condotto a una conclusione preoccupante: "un terzo degli intervistati ha dichiarato che il desiderio di rimanere nel proprio lavoro è diminuito; un altro terzo ha affermato di pensare attivamente di lasciare l'organizzazione."

Per i team HR in difficoltà, andare avanti mentre si è costretti a guardare indietro per risolvere i problemi di turnover è semplicemente insostenibile.

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Un Esempio Preoccupante

Un recente studio della Wharton School racconta in modo emblematico i problemi legati al turnover. I ricercatori hanno collaborato con un produttore cinese di telefoni cellulari per monitorare i tassi di fallimento dei prodotti nel corso di quattro anni. Grazie a un accesso senza precedenti ai dati aziendali, sono riusciti a individuare esattamente la data, l'orario e il luogo di assemblaggio di ogni telefono, insieme ai livelli di personale presenti al momento. Non sorprende che, con l’aumento settimanale dei tassi di turnover nelle fabbriche, aumentassero anche i tassi di guasto dei prodotti. I costi associati a questi guasti ammontavano a centinaia di milioni di dollari.

Le conclusioni per il datore di lavoro hanno ribaltato alcune percezioni sul luogo di lavoro. Mentre i manager presumevano che sostituire un dipendente con una persona altrettanto esperta risolvesse il problema, questo si è rivelato anch’esso fonte di disagi. “La persona che se ne va possiede conoscenze non facilmente sostituibili,” ha osservato Ken Moon, professore di Operations, Information and Decisions alla Wharton. “Anche se una linea di assemblaggio non è un ambiente profondamente collaborativo, c’è comunque bisogno di coordinarsi con chi ti sta intorno. E questo conta.

Quattro Modi per Ripensare il Turnover

Esempi come quello della Wharton School rappresentano un campanello d’allarme per i datori di lavoro. Sebbene il reclutamento per colmare i vuoti nei team sia necessario, è indispensabile rinnovare l’attenzione sulla retention. La conoscenza istituzionale non si accumula dall’oggi al domani. Quando i team sono troppo ridotti, è quasi impossibile fornire un’adeguata formazione iniziale e continua per costruire tali competenze.

Per passare da alti tassi di turnover a promettenti tassi di retention, le aziende devono ripensare il turnover concentrandosi su quattro aree chiave: DEI (Diversità, Equità e Inclusione), Crescita, Comunicazione e Cultura.

  1. Diversità, Equità e Inclusione (DEI):
    Numerosi studi hanno dimostrato che i dipendenti vogliono lavorare per aziende che valorizzano la diversità. Tuttavia, sanno anche riconoscere quando vengono fatte promesse vuote. Menzionare questi concetti nelle descrizioni di lavoro e nella presenza digitale aziendale è sicuramente un primo passo importante, ma non mantenerle rischia di alienare i lavoratori. Passaggi concreti come assumere un team dedicato agli sforzi DEI, lanciare gruppi di affinità e programmare regolari check-in con i dipendenti possono trasformare le parole in azioni.
  2. Opportunità di Crescita:
    Nessuno vuole assumere un nuovo ruolo per poi rimanere stagnante. Secondo Forbes, il 76% dei dipendenti afferma di essere più propenso a rimanere in un’azienda che offre formazione continua. Quando ciò non accade, un dipendente su due cerca opportunità di apprendimento per conto proprio, aprendo così i datori di lavoro al rischio di perdere talenti. Per evitarlo, è fondamentale costruire un sistema di formazione interno robusto che accompagni i dipendenti dall’onboarding allo sviluppo continuo delle competenze.
  3.  Comunicazione Olistica:
    La comunicazione non può essere a senso unico. Questo era vero quando la maggior parte dei dipendenti lavorava in un’unica sede, ed è ancora più vero con l’ascesa dei modelli di lavoro remoto e ibrido. Non c’è modo più veloce di perdere talenti che far sentire i dipendenti ignorati. Espandere le opportunità di feedback attraverso strumenti come sondaggi anonimi e assemblee virtuali è fondamentale in un ambiente di lavoro decentralizzato.
  4. Cultura Adattabile:
    Ripetere che la cultura è cruciale può sembrare stancante (ma è la verità!). Tuttavia, invece di cercare di adattare i dipendenti a un modello predefinito, le aziende devono essere aperte ad ampliare la propria cultura attraverso l’inclusione, non l’esclusione. Passaggi come diversificare il bacino di talenti e sfruttare le competenze trasversali e i dati analitici sui dipendenti attuali possono aiutare a definire la direzione di un’organizzazione in continua evoluzione. La cultura è un’entità vivente; è tempo di trattarla come tale!